Il cancro e l'evoluzione dell'immortalità

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In una di quelle discussioni oziosamente accademiche che dovrebbero permeare la vita degli studiosi, mi sono trovato a discutere di cancro con chi si trova di fronte a questa malattia tutti i giorni. E che mi disse: "proviamo a pensare mettendoci nelle scarpe del cancro stesso". La discussione che ne è venuta fuori è il seme che ha portato a questo podcast dove Giovanni Brandi, oncologo dell'Università di Bologna, cambia la prospettiva delle cose e arriva quasi a farci ammirare la terribile logica che porta all'evoluzione dell'immortalità del cancro. Cercando di capirne la logica ci troviamo quindi a parlare di alimentazione e oncologia, ma quando si parla di questi argomenti è difficile restare circoscritti, per cui non ho potuto evitare di stuzzicare il mio interlocutore su come vede la divulgazione scientifica in Italia, specialmente pensando ai suoi pazienti che sono spesso attratti da speranza per lo meno poco ortodosse. Giungiamo entrambi alla conclusione che sui medici e sui politici che sulla sanità hanno lucrato pesa una responsabilità che va ben al di là di quelle che sono le responsabilità penali. Incrinare il rapporto di fiducia che lega il medico al paziente equivale a distruggere uno dei collanti della società. Si susseguono quindi commenti su temi vari, dai vaccini, al modo in cui la scuola di medicina dovrebbe essere organizzata, allo straordinario ruolo della ricerca e del cammino che cerca di percorrere per sconfiggere non tanto il nemico dell'umanità, ma il nostro nemico personale: quella malattia che prendendo spunto da noi, cerca proprio di sostituirci. 
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