Una nuova alleanza

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Elevatore di Pensiero - Episodio 12

Una nuova alleanza

In questa prima puntata della seconda serie dell'elevatore di pensiero ci concentriamo per un momento su come sta cambiando drammaticamente il rapporto scienza-società. Dalla diatriba sui vaccini infatti si è in qualche modo fatta strada la tendenza a discutere di scienza, specialmente quando quest'ultima implica decisioni politiche. E in questo senso sono la medicina e la biologia ad essere spesso il terreno del contendere. E su questi terreni, molti sono i conflitti. Fra un fronte che vede nella scienza il modo migliore di interpretare la realtà e chi invece la percepisce con sfiducia, ma anche, all'interno del campo dei divulgatori, sul come debba essere affrontata la moderna divulgazione scientifica. 
Iniziamo in questa puntata di agosto a riflettere brevemente sul rapporto che lega scienziati - media - società, cercando di proporre una nuova alleanza fra questi attori. Nonostante la presunta buona volontà di tutti nfatti, non tutti lavorano con interessi convergenti. Pensiamo per esempio ai titolisti dei giornali, il cui interesse (attirare più traffico su una notizia), non converge per niente con quello dei giornalisti, (raccontare una storia con credibilità), e dei ricercatori (spiegare i motivi della propria ricerca). Ricordiamo però che la scienza è solo un dei modi di vedere la realtà, e che la nostra società è così libera che permette, in modo assolutamente legittimo, ai propri cittadini di impostare la propria vita tenendo comportamenti o avendo credenze assolutamente non scientifiche. E non pensate subito ad anti-vaccinisti o seguaci di qualche setta esoterica, ma basta pensare al fatto che le sigarette, per esempio, siano legalmente acquistabili ed usabili. Anche da genitori con a casa figli piccoli. Il rapporto fra libertà individuale e bene comune non è affatto di facile determinazione e spesso procediamo in maniera inconsistente o istintiva. Ma forse è proprio questa libertà, la libertà di essere inconsistenti e irrazionali, a rendere la nostra vita tutto sommato piacevole. 
La fiducia nella scienza poi dipende drasticamente dalla fiducia negli scienziati, intesi come persone. In campo medico poi, questa fiducia viene scalfita ogni volta che uno scandalo sanitario mostra l'assenza di convergenza fra gli interessi alcuni operatori sanitari, siano essi politici o medici (guadagnare più denaro) e quella dei pazienti (essere curati). E la figura della persona fisica, il medico o lo scienziato, deve ritornare ad essere al centro del rapporto scienza-società. La percezione che "i medici" o "gli scienziati", espressioni spesso usate sui media, appartengono ad una "casta", o forse meglio ad un gruppo di persone i cui componenti siano intercambiabili (e le cui responsabilità quindi si rispecchiano sull'intera categoria), non è certo di aiuto nel processo di generare fiducia. Anche le istituzioni però supportano questo tipo di visione. Le modalità di accesso al mondo della ricerca o a quello ospedaliero spesso dipendono da valutazioni impersonali/automatiche dei candidati, da cui traspare in fondo la percezione che un dottore valga l'altro o un ricercatore sia uguale ad un altro. Sarà forse per questo motivo che tendiamo a chiedere più pareri medici in caso di necessità. In fondo sappiamo che non tutti i medici sono uguali, come non lo sono i ricercatori, e cerchiamo quella persona nella quale riporre la nostra fiducia. La fiducia è sempre personale.
Come fare allora a riguadagnare fiducia? Prendiamo un esempio che viene dal mondo del business,la storia di una compagnia americana, chiamata Krispy Kreme, che produce ciambelle (Doughnuts). Questa corporation si trovò a fronteggiare un crollo in borsa causato da una cattiva gestione finanziaria, poco trasparente, che mise a repentaglio l'intera compagnia. Il valore delle azioni passò da 100 dollari a pochi dollari per azione. Tutto questo mentre l'attività industriale della compagnia però funzionava correttamente. Gli azionisti però non si fidavano più. Ci volle l'azione costante e continua di due amministratori delegati per riportare, piano piano ma con costanza, il valore delle azioni a valori ancora accettabili. Ecco, questa è la lezione che forse potremmo imparare. Una volta persa la fiducia, occorre tempo, costanza e lavoro per riguadagnarla. Iniziamo dunque a lavorare in questa direzione. Magari partendo da una nuova alleanza. 

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